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LA “FORMA” DELLA MENTE: Bisogna VOLER capire

Scrivo queste righe perché penso che in fondo, molti di noi si sentano SOLI nelle palestre che frequentano. Sentire certi discorsi, vedere certi scempi di allenamenti, anche inconsciamente, portano alla riflessione. Parto con un paio di esempi che mi sono capitati ultimamente.

ESEMPIO 1:
Ieri mi alternavo con un tizio alla panca. Classico 5 x 5 in buffer per me.
Lui: piedi sui rialzi, schiena e scapole come di conseguenza, braccia a 90° con il busto, e ovviamente più spalle che petto. Ecco la classica PANCA IN POSIZIONE FETALE, come mi piace chiamarla.
Nessuna sorpresa, tutti la fanno così in palestra. Tranne quei pochi che si allenano con me.
Mi fa, in maniera molto cortese, devo dire: ” Ti posso chiedere per che ti metti in quel modo sulla panca? Cioè… stai tutto storto, ma non ti fai male la schiena? Perché fai così?”

La mia risposta: “Non te la prendere, ma purtroppo ti devo dire che la panca si fa SOLO in questo modo e non come fai tu e come la insegnano in genere.”
E' seguita una brevissima spiegazione di ciò che qui tutti sanno.

ESEMPIO 2:
Nello spogliatoio, qualche tempo fa un ragazzo mi chiese se fossi PT, visto che insegnavo esercizi “strani”. Esercizi che ai frequentatori della palestra erano ignoti. Gli esercizi in questione erano rematore, stacchi e squat e qualche plank.
Poi mi fa “ma tu farai sicuramente una dieta esclusivamente proteica e tantissimi pasti al giorno?”

Allora io, per far capire anche una minima cosa di quello che stavo facendo, a queste persone avrei dovuto NECESSARIAMENTE spendere 2 parole su: principi di fisiologia articolare, che cos'è la forza, la periodizzazione, il digiuno intermittente, frequenza pasti, miti su miti, di cosa sono fatti i muscoli, a che servono e come le proteine e l'importanza di risaturare le riserve di glicogeno ecc…

Serve essere disponibili a capire

Quando mi fanno una domanda del genere, a me mi passa davanti agli occhi un MONDO INTERO e anni di continue domande e risposte. Risposte per lo più sempre corrette, cancellate, riscritte, messe in discussione, giorno per giorno.

Al di là delle conoscenze, al di là della professionalità, non serve essere studiosi di questo campo per cercare di capire e trovare le risposte. Ammesso che ci si faccia delle domande.
Bisognerebbe spiegargli un mondo, fargli scegliere tra la pillola rossa e la pillola blu, e portarli in una realtà al cui solo ingresso lo shock sarebbe per loro insopportabile.

Non ci provate ragazzi. Questo è il mio consiglio spassionato. Non puoi spiegare una cosa ad una persona se prima dovresti necessariamente abbattergli il 99% delle sue convinzioni.
E sempre nel 99% dei casi sarebbe un lavoro da psicoterapeuta per indurli a ragionare come UNO DI NOI.

Siate sempre sicuri che la persona che avete davanti abbia reale intenzione di mettersi in discussione. Ve ne accorgete subito. Basta vedere se dopo la 3 parola vi sta ancora a sentire o urla sotto i pesi come un maiale sgozzato.

A cura di Michele Fresiello.